In caso di maltempo le date e gli orari degli eventi potranno subire variazioni.
PALAZZO TAGLIAFERRO SABATO 26 E DOMENICA 27 SETTEMBRE PARTECIPA ALLE GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO (GEP) ORARIO APERTURA DALLE 15.00 ALLE 22.00
Sia il Museo Mineralogico Luciano Dabroi che il Contemporary Culture Center, per l’occasione, effettueranno una proroga dell’orario di apertura fino alle ore 22.00. La manifestazione, a cui Palazzo Tagliaferro ha aderito con grande entusiasmo, è nata con l’intento di far conoscere a tutti i cittadini europei il patrimonio culturale condiviso, attraverso la sua salvaguardia e la trasmissione alle nuove generazioni. “Imparare per la vita” è lo slogan scelto dal MiBACT per l’edizione 2020, prendendo spunto da quello proposto dal Consiglio d’Europa “Heritage and Education – Learning for Life”, per richiamare i benefici che derivano dalla esperienza culturale e dalla trasmissione delle conoscenze nella moderna società. Palazzo Tagliaferro ha risposto alla chiamata del Ministero per i beni e le attività culturali con la volontà di contribuire alle operazioni di riaffermazione della centralità del patrimonio culturale e del suo valore storico, artistico e identitario con due progetti:Museo Mineralogico Luciano Dabroi “Thor Heyerdahl l’uomo che volle cambiare la storia” mostra permanente dedicata al famoso esploratore, antropologo, regista e scrittore norvegese. ?Il pubblico potrà visionare reperti, documenti e oggetti inediti, resi disponibili dal Museo Kon-Tiki di Oslo e dalla casa archivio della famiglia, inerenti le imprese e le spedizioni di questo eccezionale uomo che dedicò la sua vita a viaggi e ricerche dal grande valore scientifico e che scelse di trascorrere gli ultimi anni della sua vita ad Andora.?Importante sottolineare che proprio quest’anno ricorre il 50esimo dalla sua traversata con l’imbarcazione Ra II e che proprio sabato 26 settembre nell’Anfiteatro dei Giardini di Palazzo Tagliaferro si terrà un concerto a ricordo dell’importante impresa.?Heyerdahl, infatti, navigando dal Nord Africa alle Barbados in 57 giorni su un’imbarcazione in papiro, riuscì ad avvalorare la sua ipotesi, contraria alle teorie scientifiche di allora, che fossero esistiti contatti tra i popoli del bacino del Mediterraneo e le nazioni del sud e del Centro America prima che Colombo scoprisse questo continente. Al Contemporary Culture Center la mostra “Lookin Eastward” esposizione di opere fotografiche delle artiste Evelyn Bencicova , Elena Chernyshova e Rania Matar: tre donne, tre fotografe, tre generazioni provenienti da differenti nazioni che si confrontano e dialogano attraverso la loro poetica e la differente modalità di osservazione e interpretazione della realtà attraverso l’utilizzo del mezzo fotografico.?La proposta, perfettamente in linea con gli intenti dei promotori, aprirà ad una riflessione sul ruolo che la formazione ha avuto, e continua ad avere, nel passaggio di informazioni, conoscenze e competenze fra generazioni, e sul valore che il sapere tradizionale può assumere in rapporto alle inedite sfide del presente e al crescente peso della moderna tecnologia. E ciò tenendo conto tanto degli elementi di intrinseca specificità dei diversi contesti territoriali quanto dell’importanza che saperi, tradizioni, esperienze locali hanno avuto, a vario livello, nella creazione di un patrimonio culturale riconosciuto e condiviso.?EVELYN BENCICOVA, è una giovane creativa visiva, originaria di Bratislava specializzata in fotografia e direzione artistica. Evelyn riesce a combinare il suo interesse per la cultura contemporanea allo studio accademico, creando delle opere in cui la ricerca concettuale incontra quella visiva dando vita ad ambientazioni ricercate ed esteticamente accattivanti.?ELENA CHERNYSHOVA, ha sviluppato la passione per lo strumento fotografico durante i suoi studi presso l’Accademia di Architettura. Grazie a un viaggio in bicicletta di 30.000 km ha ampliato la sua ricerca investigativa imperniata sull’analisi delle condizioni di vita dell’essere umano e sulla sua capacità di adattamento, in particolari condizioni politiche, economiche e ambientali.?RANIA MATAR, nata in Libano, naturalizzata statunitense, residente a Boston. Intrapresi gli studi di architettura Rania Matar decide presto di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia e all’insegnamento. I suoi lavori focalizzano l’attenzione su donne e bambine, nate negli Stati Uniti o in Medio Oriente, accomunate da una stessa ricerca di identità.
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